vetro – Blog – Archetipo srl http://blog.archetiposrl.com Notizie dal mondo dell'edilizia Fri, 31 Dec 2021 15:43:21 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.6 Le pareti di tamponamento http://blog.archetiposrl.com/2015/04/le-pareti-di-tamponamento/ Thu, 23 Apr 2015 09:02:36 +0000 http://54.37.69.83/blog/?p=1381 archetiposrl-appartamenti-vendita-lissoneResidenza Nobel – Lissone

L’intervento di riqualificazione ha previsto un integrale ripensamento degli spazi distributivi interni ed un utilizzo di nuove tecniche costruttive che oltre a garantire una elevata flessibilità costruttiva dotano il nuovo sistema di partizioni verticali di elevate caratteristiche prestazionali.

Si è passati dalla classica distribuzione ad open space degli uffici degli anni 70, formata da elementi di partizione interna in laterizio forato intonacati a gesso ad un sistema parete complesso e pluristrato. 

I tamponamenti esterni, erano costituiti da due strati di muratura separati da una camera d’aria e rifinite all’interno da uno strato di intonaco di calce, e all’esterno da intonaco al civile con finitura superficiale di materiale plastico color bordeaux, che con il passare del tempo si è sbiadito e degradato.

In fase di ristrutturazione per la realizzazione della Residenza Nobel, i tamponamenti interni sono stati tutti demoliti ed i pannelli smantellati. Per la realizzazione dei nuovi locali al posto dei vecchi laterizi, si è scelto di utilizzare una tecnica costruttiva autoportante e leggera che consente di non gravare col proprio peso in maniera eccessiva sul solaio dell’edificio. La stessa procedura viene applicata al lato interno della muratura esterna, in quanto lo strato interno di laterizio che costituiva la parete, è stato rimosso per agevolare il passaggio di tubazione e cavi necessari agli appartamenti.

lana di vetroLa tecnica costruttiva sopra descritta, prevede l’utilizzo di due elementi determinanti per garantire la leggerezza che il solaio ha bisogno, ovvero: struttura portante in acciaio e lastre in cartongesso. Le lastre utilizzate, sono composte da uno strato di gesso incorporato fra due strati di cartone speciale ad alta resistenza. Le lastre, sono poi fissate sull’orditura metallica mediante viti autofilettanti fosfatate. Una volta formato l’elemento costruttivo, i giunti tra le lastre andranno trattati con gli appositi prodotti complementari e con gli stucchi. All’interno di ogni parete troviamo pannello in lana di vetro trattato con leganti termoindurenti per l’isolamento termico ed acustico. Un’ulteriore accorgimento per il miglioramento dell’isolamento acustico è l’installazione di sottili strati di materiale fonoassorbente tra l’intelaiatura ed il soffitto sopra ed il pavimento sotto.

Di seguito una gallery delle lavorazioni sopra descritte e dei particolari di progetto in cui vengono suddivise le varie tipologie di parete e viene sezionata la loro struttura.

]]> Il vetro strutturale http://blog.archetiposrl.com/2013/09/il-vetro-strutturale/ Fri, 27 Sep 2013 09:02:18 +0000 http://54.37.69.83/blog/?p=342 plaza_museo_louvre_grSe un tempo, le superfici, destinate a far penetrare la necessaria quantità di luce all’interno degli edifici costituivano solo una piccola parte dell’involucro, oggi la continuità delle superfici vetrate e lo sviluppo delle strutture miste vetro acciaio ha subito negli ultimi anni una accelerazione enorme. La richiesta sempre maggiore di “alleggerire” l’involucro architettonico aumentandone la “trasparenza”, ha fatto sì che il vetro assumesse sempre di più precise funzioni strutturali di collaborazione con l’acciaio. La perfetta simbiosi meccanica tra questi due materiali così diversi ha inizialmente consentito la realizzazione d’impressionanti facciate sospese evolvendosi poi verso elementi strutturali importanti come travi e pilastri a sostegno di coperture, passerelle e scale.

Fra le proprietà fisiche del vetro, la trasparenza è senz’altro la più importante: essa è lo scopo principale del suo utilizzo in edilizia conferendo agli elementi in vetro specifiche qualità architettoniche. Il vetro ha poi un’elevata durezza, nell’ordine di circa 6 nella scala di Mohs (resistenza alla scalfittura) e compresa tra 400 e 500 in quella di Knoop, tuttavia può essere scalfito da diversi materiali.

Nel suo uso strutturale il vetro è da considerare come materiale con comportamento elastico lineare, che quindi non manifesta deformazione residua e non è in grado di ridistribuire plasticamente le tensioni. Il vetro risulta sensibile alla presenza di imperfezioni, quali microfratture ed inclusioni. Al fine di rimediare a queste caratteristiche esistono procedimenti come la tempra in modo da fornire al vetro uno stato di precompressione superficiale che conferisce maggiore resistenza. Il vetro temprato è ottenuto raffreddando lentamente la miscela vetruosa fusa, successivamente viene riscaldata fino al punto di rammollimento in modo che la lastra di vetro dopo essere tornata a temperatura ambiente, risulti fino a due o tre volte più resistente. Il vetro così trattato presenta quindi uno stato di trazione all’interno della lastra e una forte compressione sulle superfici, da cui deriva la maggior resistenza.

Altra tecnica per migliorare la resistenza è il vetro indurito, ottenuto con un trattamento termico simile a quello dei vetri temprati; fondamentalmente la differenza consiste in una minore temperatura di riscaldamento del vetro e in un raffreddamento più lento, eseguito sempre mediante getti d’aria, ma molto meno potenti. La tensione di compressione che si genera sulla superficie è minore rispetto a quella di un vetro temprato, quindi si hanno inferiori resistenze a trazione, circa 80 N/mm2, comunque quasi doppia rispetto a quella di un normale vetro. Nell’intento di rimediare alla tipica fragilità del vetro, oltre ai processi di rafforzamento sopracitati, va evidenziato anche il ricorso al multistrato, capace di garantire una resistenza meccanica significativa per le possibilità architettoniche del vetro, proprio nel caso delle facciate strutturali e degli elementi portanti di molte strutture contemporanee interamente vetrate.

Tra le principali applicazioni del vetro in architettura come non citare le facciate vetrate, con geometrie e superfici più o meno estese. Nei sistemi di facciata è possibile distinguere quattro elementi funzionali essenziali:

  • l’elemento base, ovvero la semplice lastra di vetro o il vetrocamera;
  • la struttura portante, ovvero la struttura sulla quale vengono fissate le lastre di vetro e gli altri elementi della vetrata, e alla quale vengono trasmessi tutti i carichi;
  • il fissaggio, ovvero il sistema che consente la trasmissione dei carichi dalla lastra all’ossatura principale;
  • il giunto, ovvero l’insieme di quegli elementi di correlazione e tenuta

Le diverse tipologie di facciate strutturali in vetro-acciaio realizzate negli ultimi anni si possono suddividere fondamentalmente in due grossi gruppi in base alle condizione di posa delle lastre di vetro: facciate a “lastre indipendenti” o facciate a lastre “dipendenti”. Le prime consentono la realizzazione di ampie superfici in cui ogni lastra viene agganciata alla struttura portante mediante appositi sistemi di fissaggio che assorbono i carichi dovuti al peso proprio e alle sollecitazioni esterne. Questi sistemi sono studiati in modo che, in caso di rottura di una delle lastre, non si abbia alcune conseguenza rilevante sull’intera integrità della struttura globale. Dal punto di vista statico le lastre, oltre al peso proprio che però agisce nel piano della lastra stessa, devono sostenere la pressione del vento. Il pannello vetrato si comporta così come una piastra, ma, a causa dei fori praticati per alloggiare gli elementi di ancoraggio, il carico ultimo di collasso risulta fortemente influenzato dalla distanza del foro dall’estremità della lastra. Tutto ciò è risolvibile grazie l’installazione di giunti particolari denominati “rotulle” che grazie ad un nodo sferico posizionato sulla lastra consentono alla lastra di deformasi liberamente in presenza di vento.

La copertura vetrata viene spesso prevista all’interno di un progetto con lo scopo di conferire particolare enfasi ad opere architettoniche di grande rilevanza. Il problema strutturale principale è dato della resistenza della singola lastra (soggetta ai carichi di vento, neve e di calpestio) a quello della stabilità e deformabilità dell’insieme. In queste strutture estremamente sottili, con curvatura semplice o con luce molto ampia, l’unico modo per risolvere questi problemi di stabilità è con l’inserimento di componenti aggiuntivi come cavi o controventature.

Con le lastre di vetro è anche possibile realizzare pilastri a patto di realizzare alle estremità vincoli che assicurino la completa assenza di momenti flettenti. Sebbene il vetro abbia una buona resistenza a compressione, bisogna garantire che non avvengano rotture causate dalle sollecitazioni a flessione, a tal fine, in fase di progettazione, è buona cosa studiare una struttura, che in caso di rottura di un singolo elemento, essa possa resistere tranquillamente  ai normali carichi cui è sottoposta, per il breve periodo necessario alla sostituzione o riparazione dell’elemento danneggiato. È possibile realizzare sistemi pilastro costituiti da più elementi, che possono essere uniti o rimanere separati come pilastri a sezione aperta oppure a croce con basamento.

Per quanto riguarda la realizzazione di travi in vetro la flessione intorno all’asse forte implica una sollecitazione di trazione lungo il bordo inferiore, per migliorare la resistenza a trazione i progettisti preferiscono solitamente il vetro temperato i cui bordi sono rifiniti prima della tempra.

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Isolamento termico delle pareti http://blog.archetiposrl.com/2013/09/isolamento-termico-delle-pareti/ Fri, 06 Sep 2013 08:35:05 +0000 http://54.37.69.83/blog/?p=284  

cappotto

“La coibentazione è una tecnica con cui isolare due sistemi aventi differenti condizioni ambientali, in modo che i due sistemi non si scambino calore o vibrazioni sonore tra di loro”.

La legislazione ha valutato l’importanza di questi aspetti, tanto che la normativa vigente detta particolari obblighi da rispettare per favorire il contenimento energetico, ridurre le emissioni di sostanze nocive in atmosfera (come la CO2) e limitare lo sfruttamento delle risorse naturali. (vedi Green Building)

Tipicamente la coibentazione è effettuata interponendo, tra le due parti, particolari materiali che non permettono lo scambio di calore, nel caso d’isolamento termico, o lo scambio di vibrazioni, nel caso di isolamento acustico. Tale tecnica è parte fondamentale per la costruzione di nuovi edifici che debbono rispettare severe norme, per garantire un risparmio energetico elevato, ma poiché i materiali sono facili da reperire e le fasi di posa in opera si sono semplificate, rendono la coibentazione una caratteristica fondamentale nella conservazione e riqualificazione del contesto urbano esistente.

Se le pareti della casa sono prive d’intercapedine, si deve applicare uno strato di materiale isolante termico sulla faccia interna delle pareti stesse, direttamente o su listelli di legno fissati con viti e tasselli. Si possono usare pannelli d’isolanti termici in forma semi rigida di lana di roccia o di lana di vetro, trattata con resine termoindurenti, rivestiti su una faccia da un foglio di carta bitumata, che costituisce una barriera al vapore. Nel caso invece ci sia la presenza d’intercapedine è possibile incrementare l’isolamento termico riempiendole con granuli di argilla espansa o schiuma di poliuretano.

Il cappotto esterno, utilizzato principalmente nelle nuove costruzioni, ricopre interamente le pareti dell’edificio costituite anche da materiali diversi, permette di correggere il fenomeno dei ponti termici e riduce gli effetti indotti nei paramenti murari dai cambiamenti repentini o notevoli di temperatura esterna. Esso riduce gli sbalzi termici ed evita la formazione di muffa e condensa, migliorando il comfort ambientale della casa e contribuendo notevolmente al risparmio energetico.

Per la posa del cappotto la prima cosa da fare è applicare il materiale sulla parte esterna della muratura attraverso malte, colle o tasselli ad espansione, in genere i pannelli che si andranno ad applicare e che sono di fatto il cappotto, possono essere di diversi tipi: o di polistirene espanso o di  lana minerale (lana di roccia o lana di vetro). Successivamente i pannelli vengono ricoperti da una rete in fibra di vetro che facilita l’aggrappaggio dell’intonaco di finitura a cui verrà in seguito applicata lo strato di finitura costituito da materiali di rivestimento o semplice tinteggiatura.

Oltretutto è buona cosa prestare attenzione ai materiale isolanti utilizzati, perché può succedere che si formi della condensa dovuto all’umidità. Per ovviare a questo problema può essere opportuno inserire una barriera al vapore.

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