gazzetta-ufficiale-codiceNella Gazzetta Ufficiale del 19 aprile u.s. è stato pubblicato il D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, recante il nuovo Codice degli Appalti, entrato in vigore lo stesso giorno della pubblicazione.

Il BIM – Building Information Modelling è stato un argomento importante, se non il più dibattuto, durante la lavorazione del nuovo Codice: dapprima, infatti, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio aveva dichiarato che l’impiego del BIM nel settore delle costruzioni di opere pubbliche sarebbe diventato obbligatorio; in realtà dall’obbligo si è passati alla facoltà di utilizzarlo.

A partire da sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice le stazioni appaltanti potranno richiedere l’uso del BIM per le nuove opere e per i servizi sopra la soglia comunitaria, un decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrà individuare le pratiche ed i sistemi di monitoraggio per rendere obbligatorio questo strumento, con una tempistica graduale, valutata anche in relazione agli importi e alla tipologia delle opere e dei servizi da affidare.

costruzioneSiamo comunque giunti ad un momento molto importante per la diffusione del BIM: l’adozione della direttiva votata al Parlamento Europeo il 15 gennaio 2016 – European Union Public Procurement Directive – aveva già comportato che i 28 Stati europei membri possono incoraggiare, specificare o imporre l’utilizzo del BIM per i progetti edili finanziati con fondi pubblici nell’Unione Europea a partire dal 2016, tenendo conto che in Inghilterra, Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia e Norvegia richiedono già l’uso del BIM per i progetti edili finanziati con fondi pubblici.

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Si tratta di un impiego molto importante, volto a ridefinire i rapporti tra imprese ed amministrazioni in tema di innovazioni e qualità, portando la progettazione di infrastrutture verso la riduzione dei tempi e dei costi, e garantendo contemporaneamente maggior precisione e capacità di affrontare anche gli imprevisti, riducendo di conseguenza la possibilità di presentare varianti, ed aumentando l’efficienza e la trasparenza della pubblica amministrazione.

Ricordiamo infatti che il Building Information Modelling permette al “team project” formato da Architetti, Ingegneri, Committenti e Società che concorrono alla realizzazione di edifici e infrastrutture in genere, di collaborare continuamente tra loro utilizzando i modelli digitali in 3D, supportando così i progetti in tutte le fasi, dalla progettazione, formazione della documentazione, alla costruzione in cantiere.

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I dati del progetto realizzato in BIM sono abbondanti, coordinati e precisi, e permettono agli stakeholders il continuo e costante aggiornamento, per qualunque numero e tipologia di modifiche al progetto che possano essere state richieste e/o resesi necessarie: i progetti in sostanza vengono generati più velocemente, e contemporaneamente più completi, diventando così più economici e sostenibili.

Non è inoltre da sottovalutare l’aspetto legato ai contenziosi negli appalti, che, nonostante la fase di realizzazione copra circa la metà dei tempi invece dedicati agli aspetti burocratici, procurano un costo altissimo all’erario; anche in questo campo il BIM è in grado di fornire una risposta efficiente ed efficace per progettisti, committenti ed imprese.

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Una vera e propria rivoluzione culturale, oltre a quella tecnologica, un radicale cambiamento di mentalità e di management, che, se pur comporterà all’inizio costi di adozione e formazione unitamente a forti impatti sull’attuale figura del  project manager, porterà trasparenza ed efficacia nelle società di ingegneria e nelle imprese di costruzione, permettendo loro di rafforzarsi ed aumentare la competitività nell’aggiudicarsi i contratti edilizi, anche nell’ottica di una competitività globale nel mercato europeo ed in quelli internazionali.

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