PTR

La Regione Lombardia ha recentemente approvato la proposta di integrazione del proprio PTR (Piano Territoriale Regionale) alle ultime novità normative introdotte dalla legge regionale 31/2014 in merito alla riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato.

face

Tali integrazioni riguardano in modo particolare la determinazione delle soglie di consumo di suolo per provincia/area metropolitana e gli indirizzi per la rigenerazione urbana. Il tema, com’è chiaro, è strettamente connesso alla sorte che subiranno, in capo a due anni, tutti gli ambiti di trasformazione inseriti nei PGT e non ancora attuati.

Le tabelle che seguono mostrano le elaborazioni regionali in merito all’attuale livello di consumo di suolo della nostra regione. Dalla seconda appare evidente che la provincia con più alto indice di urbanizzazione è quella di Monza e Brianza e proprio qui sarà quindi, necessario lavorare di più sul tema della riqualificazione e rigenerazione urbana.

tab_1 tab_2

In questa sede ci interessa, inoltre, riflettere su quali strumenti innovativi sia possibile definire per valorizzare e riqualificare il suolo libero e/o degradato da un lato e quello urbanizzabile dall’altro. Uno dei concetti più nuovi ed importanti infatti introdotto dalla legge 31 è quello di “bilancio ecologico”.

All’art 2 comma 1 si legge “bilancio ecologico del  suolo: la differenza tra la superficie agricola che viene  trasformata per la prima volta dagli strumenti di governo del territorio e la superficie urbanizzata  e urbanizzabile che viene contestualmente ridestinata nel medesimo strumento urbanistico a superficie agricola. Se il bilancio ecologico del suolo è pari a zero, il consumo di suolo è pari a zero.”

Sempre allo stesso articolo si definisce la rigenerazione urbana quale “l’insieme coordinato  di  interventi urbanistico-edilizi e di iniziative sociali che includono, anche avvalendosi di misure di ristrutturazione urbanistica, ai sensi dell’articolo 11 della LR 12/2005, la riqualificazione dell’ambiente costruito, la riorganizzazione dell’assetto urbano attraverso la realizzazione di attrezzature e infrastrutture, spazi verdi  e servizi, il recupero o il potenziamento di quelli esistenti, il risanamento del costruito mediante la previsione di infrastrutture ecologiche finalizzate all’incremento della biodiversità nell’ambiente urbano.”

Ora, leggendo la legge nel dettaglio val la pena sottolineare i seguenti passaggi:

  • Il Piano Territoriale Regionale determina gli indici di misurazione del consumo di suolo, divide i territori delle province e della città metropolitana in ambiti omogenei e definisce criteri, indirizzi e linee tecniche da applicarsi negli strumenti di governo del territorio per contenere il consumo di suolo.
  • Il PTCP recepisce criteri, indirizzi e linee tecniche introdotti dal PTR per contenere il consumo di suolo nel rispetto della soglia regionale di riduzione del consumo di suolo.
  • Gli strumenti comunali di governo del territorio (PGT):
  1. prevedono consumo di suolo esclusivamente nei casi in cui il documento di piano abbia dimostrato l’insostenibilità tecnica ed economica di riqualificare e rigenerare aree già edificate;
  2. non possono disporre nuove previsioni comportanti ulteriore consumo del suolo fino a che non siano state del tutto attuate le previsioni di espansione e trasformazione vigenti alla data di entrata in vigore della legge.
  3. il Documento di piano quantifica il grado di intervenuto consumo di suolo sulla base dei criteri e dei parametri stabiliti dal PTR e definisce la soglia comunale di consumo del suolo, quale somma delle previsioni contenute nel PGT e individua gli ambiti nei quali avviare processi di rigenerazione urbana;
  4. il Piano delle regole individua e quantifica, attraverso la Carta del consumo di suolo, la superficie agricola, le aree dismesse, da bonificare, degradate, inutilizzate, sottoutilizzate, i lotti liberi, le superfici oggetto di progetti di recupero e o di rigenerazione urbana (art. 3).
  • Misure per la rigenerazione urbana:
  1. ai comuni che avviano azioni concrete per la rigenerazione urbana è attribuita priorità nella concessione di finanziamenti regionali (art. 4, comma 1).
  2. il piano delle regole deve prevedere per gli ambiti di rigenerazione urbana in cui vengono previsti interventi di ristrutturazione urbanistica, la riduzione del contributo di costruzione (art. 4, comma 5);
  3. i comuni possono identificare le opere edilizie incongrue presenti nel territorio agricolo e negli ambiti di valore paesaggistico per le quali prevedere interventi di demolizione e contestuale permeabilizzazione dei suoli cui consegue il riconoscimento di diritti edificatori utilizzabili in determinati ambiti del tessuto urbano consolidato (art. 4, comma 9).

A partire da questi elementi introdotti dalla normativa sarà necessario, anzi è già necessario immaginare una nuova urbanistica e una nuova edilizia non più basate sul concetto di sviluppo quanto su quello di rigenerazione e riqualificazione, di risparmio e di efficienza. Si aprono nuovi scenari progettuali e nuove occasioni per fare qualità, declinata in termini ecologico-ambientali come edilizi.

Il PTR nella sua proposta di integrazione ha quantificato, per esempio per la provincia di Monza e Brianza, la soglia di riduzione del consumo di suolo pari al 25,1 – 30% per le funzioni residenziali e pari al 20% per le funzioni produttive di beni e servizi. Ciò equivale a dire che in capo a pochissimi anni non sarà più possibile consumare nuovo suolo agricolo per soddisfare le necessità di nuova edificazione ma che sarà necessario riqualificare il patrimonio esistente e rinaturalizzare aree ad alta sensibilità ambientale.

imm_1

Il primo concetto è abbastanza facile da intuire nelle sue implicazioni progettuali ed economiche ben diverso si può dire per il secondo. Cosa vuol dire infatti rinaturalizzare un’area degradata, compromessa, o semplicemente urbanizzata ma in contrasto con i caratteri e gli equilibri ecologici del sistema territoriale in cui è inserita? Cosa vuol dire dal punto di vista progettuale e cosa vuol dire dal punto di vista economico, soprattutto?

Appare evidente come debbano essere messi a punto nuovi strumenti normativi ed operativi per il raggiungimento di questi obiettivi. Forse gli strumenti perequativi/compensativi recentemente introdotti dalla pratica urbanistica possono risultare validi alleati.

Tra gli strumenti per la rigenerazione urbana il PTR ha introdotto la possibilità di definire un “Programma operativo della rigenerazione” che costituisce elemento di specificazione e integrazione del DdP e la cui approvazione può intervenire anche successivamente all’approvazione del DdP.

I POR hanno ad oggetto “la riqualificazione delle aree urbane da recuperare, devono essere costituiti da un insieme coordinato di interventi diretti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità urbana e alla riqualificazione del tessuto sociale, alla riqualificazione ambientale mediante attivazione di servizi e interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione e rigenerazione urbana con particolare riferimento allo sviluppo dei servizi sociali ed educativi e alla promozione delle attività culturali, didattiche e sportive, senza ulteriore consumo di suolo”.

Ecco che nel prossimo futuro possiamo intravedere la definizione di programmi di questo tipo con strumenti operativi (meccanismi economici oltre che burocratici quindi) nuovi ed efficaci.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here